R.1 (17.18) Cyberbullismo

23 Set

R.1 (17.18) Cyberbullismo

Carissimi Soci,

in occasione del primo incontro del nuovo anno Rotariano vorrei portare alla vostra attenzione un fenomeno in forte crescita dai risvolti sempre più drammatici. Secondo una ricerca di Skuola.net e AdoleScienza.it tra 7 mila studenti di 11 scuole superiori di tutta Italia, chi ha subito una violenza cibernetica, in un caso su dieci tenta il suicidio. Se le”ferite” delle vittime sono gravi, è meno avvertita la consapevolezza della gravità del bullismo digitale. Secondo una ricerca dell’Università la Sapienza, presentata in occasione del via al progetto “Giovani ambasciatori contro il bullismo e il cyberbullismo per un web sicuro”: «per 8 ragazzi su 10 non è grave insultare, ridicolizzare o rivolgere frasi aggressive sui social si può. Gli attacchi verbali in rete non sono considerati gravi perché non vi è violenza fisica». La maggior parte, 7 su 10, prende di mira l’aspetto fisico, l’abbigliamento e i comportamenti della vittima, convinti che il malcapitato non avrà alcuna conseguenza dagli attacchi. Sono sempre 7 su 10 quelli che non giudicano grave pubblicare immagini non autorizzate.

Vorrei farvi riflettere sui seguenti dati che sono stati presentati a Roma, nell’ambito di “Educazione civica 4.0: vivere bene con gli altri anche in Rete”, organizzato da Microsoft Italia e Fondazione Mondo Digitale, De Agostini Scuola e Polizia Postale e delle Comunicazioni, con il patrocinio dell’Assessorato Roma semplice, in occasione della 14esima edizione del Safer Internet Day.

Microsoft Digital Civility Index: il 65% degli utenti di internet è vittima di almeno 1 tra i principali rischi della rete.
Il 51% ha incontrato l’autore della minaccia di persona
Il 30% ha perso la fiducia nelle persone reali

Durante il dibattito sono stati presentati i risultati del nuovo studio Microsoft Digital Civility Index, che analizza le attitudini e le percezioni degli adolescenti (13-17) e degli adulti (18-74) in 14 Paesi, rispetto all’educazione civica digitale e alla sicurezza online.
Lo studio ha analizzato l’esposizione degli intervistati a 17 rischi online in quattro aree: di comportamento, di reputazione, invadenze sessuali e personali.

Tra i risultati principali

  • I 5 principali rischi identificati sono: contatti indesiderati; cyberbullismo; trolling; Sexts (messaggi e immagini a sfondo sessuale); molestie online.
  • Il 65% degli intervistati è stato vittima di almeno uno dei principali rischi online, in particolare di contatti indesiderati (43%) e molestie (41%). Si sale al 78% se si includono anche esperienze di amici e familiari.
  • Dal rischio virtuale a quello reale il passo è breve. Il 51% ha incontrato di persona l’autore della minaccia (la percentuale sale al 58% tra i più giovani).
  • Il 50% dichiara di essere estremamente preoccupato per la sicurezza online.
  • Il 62% dichiara di non sapere dove trovare aiuto quando si imbatte in un rischio online. Sotto questo profilo, i giovani risultano però più informati rispetto agli adulti: il 48% ha dichiarato di sapere a chi rivolgersi in caso di necessità.

Tra le conseguenze principali dell’aver corso dei rischi online, oltre ad un generale aumento del livello di stress (il 23% si dichiara più stressato), si evidenziano due reazioni particolarmente rilevanti:

  • Il 30% dichiara di avere perso fiducia nelle persone nella vita reale, il 18% ha perso un amico
  • Il 42% ha ristretto le impostazioni relative alla privacy sui social media, mentre il 21% ha ridotto la condivisione di informazioni personali.

Infine, un dato interessante è che i Paesi con un livello di maturità più elevato nell’utilizzo e nella cultura di internet hanno riportato una minore incidenza di rischi on-line, e allo stesso tempo una maggiore consapevolezza – e preoccupazione – rispetto al tema della sicurezza. Tra questi, ai primi posti per la minore incidenza di pericoli online la Gran Bretagna e l’Australia.

Circa 2 ragazzi su 3 dichiarano di aver avuto esperienza diretta o indiretta di fenomeni di cyberbullismo secondo i dati raccolti a seguito degli incontri tenuti con milioni di studenti in tutta Italia. Nel nostro lavoro riscontriamo purtroppo un aumento consistente delle denunce di minori nei confronti di coetanei per episodi di bullismo e cyberbullismo”. – ha commentato Nunzia CiardiDirettore del servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni. – Le denunce per minacce, ingiurie e diffamazione online rappresentano circa il 59% del totale, quelle relative al furto d’identità digitale quasi il 30%, molto preoccupante anche l’aspetto che riguarda la diffusione di materiale pedopornografico, che rappresenta l’11,5% dei casi trattati. I giovani sono i principali fruitori della Rete, ma le loro competenze digitali provengono in gran parte da esperienze di apprendimento extra scolastico, come loro stessi ci raccontano. Aumentare le attività di formazione dedicata e di sensibilizzazione degli studenti, ma anche dei genitori e dei docenti è quindi essenziale per fornire loro tutti quegli strumenti utili ad evitare le insidie che la Rete può nascondere e fare in modo che Internet possa rappresentare un’opportunità e non un limite.”

Lo scorso maggio è stata approvata, dopo due anni dal sì del Senato, la legge contro il Cyberbullismo, in questo modo per la prima volta in Italia viene data una definizione del fenomeno.

Ecco per punti alcune novità introdotte dal testo:

1) Ogni scuola dovrà individuare tra i professori, un addetto al contrasto e alla prevenzione del “cyberbullismo”

2) Il minore (anche senza che senza l’intervento dei genitori) può chiedere direttamente al gestore del sito l’oscuramento o la rimozione di una “cyber aggressione”. Nel caso in cui il gestore ignori l’allarme, la vittima, stavolta con il genitore informato, potrà rivolgersi al Garante per la Privacy che entro 48 ore dovrà intervenire.

3) Nel caso di un bullo minorenne, ma over 14, le autorità competenti potranno attivare una “procedura di ammonimento” – come nella legge anti-stalking -: il “bullo” sarà convocato dal Questore insieme a uno dei genitori e gli effetti dell’”ammonimento” cesseranno solo una volta maggiorenne.

4) Sarà attivato un Tavolo tecnico interministeriale presso la Presidenza del Consiglio con il compito di coordinare i vari interventi e di mettere a punto un Piano integrato contro il bullismo via web.

Ecco intanto un vademecum studiato dai pediatri della più grande società scientifica di categoria, la Sip, dalla Polizia di Stato e da Facebook per i ragazzi e per i genitori (che dovrebbero controllare il cellulare dei figli)

CONSIGLI PER I GENITORI
– PARLA con i tuoi figli di sicurezza e tecnologia quanto prima e più spesso che puoi, nello stesso modo in cui parli della sicurezza a scuola, in auto, sui mezzi di trasporto pubblici o in ambito sportivo.
– CHIEDI ai tuoi figli quali sono secondo loro le informazioni che è appropriato condividere online e quali è meglio evitare.
Parla con loro di come percepiscono la privacy.
– ACCOMPAGNA i tuoi figli, soprattutto i più piccoli, il più possibile e da subito attraverso l’esperienza di navigazione online, condividendo insegnamenti e impressioni sui contenuti.
– IMPARA dai tuoi figli. A meno che tu non sia un utente di Internet particolarmente attivo, è probabile che i tuoi figli ne sappiano più di te. È un ottimo modo per capire come si comportano su Internet e per renderli consapevoli di eventuali pericoli.
– RISPETTA i loro interessi. I ragazzi di oggi sono cresciuti con Internet, cellulari e SMS. Le nuove tecnologie hanno sempre fatto parte della loro vita e rappresentano una importante opportunità per il loro presente e per il loro futuro.

CONSIGLI PER I RAGAZZI
– STABILISCI alcune regole di base. Prima di postare qualcosa, pensaci bene!
– ATTENTO a non dare confidenza agli sconosciuti, e non rendere disponibili a chiunque informazioni private, fotografie ecc.
– CONTROLLA le impostazioni sulla privacy dei servizi online che utilizzi e stai sempre attento a cosa condividi e con chi.
– SEGNALA i contenuti inappropriati. Puoi rivolgerti alla Polizia Postale per segnalare contenuti o attività illegali su Internet (www.commissariatodips.it).
– APRITI se hai un problema, parlane con qualcuno: un amico, i tuoi fratelli, i tuoi insegnanti, i tuoi genitori, una associazione o le forze dell’ordine. Qualcuno potrà sicuramente aiutarti.

 

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